Dopo essersi diplomato alla Scuola D’arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, Davide Dall’Osso lavora come attore di prosa sino al 1999, anno in cui sceglie la scultura come linguaggio principale della sua poetica e lo scarto della plastica come materiale di riferimento per la realizzazione delle sue opere.

Il suo percorso teatrale, gli studi fatti, gli spettacoli a cui ha partecipato, i registi, i drammaturghi con cui si è confrontato, l’intera esperienza teatrale lo ha formato nella sua espressione artistica. La sua natura green, legata all’economia circolare, alla salvaguardia dell’ambiente, lo hanno portato ad utilizzare lo scarto della plastica (lo scarto industriale del policarbonato e del plexiglas), come materia prima (seconda) o mixando metalli come il rame, il filo di ferro, la rete metallica (di scarto quando possibile) per la realizzazione delle sue sculture.

Le sue installazioni vengono spesso realizzate con riferimenti a poesie o a drammaturgie teatrali, come se ogni installazione fosse un vero e proprio spettacolo teatrale con le sue dinamiche, alla fine del quale lo scultore si prefigge la catarsi per il pubblico che ne fruirà.

Nel 2007 Davide Dall’Osso incontra Maria Vittoria Gozio (sua compagna nella vita) che gli si affianca nella curatela delle sue opere e nella collaborazione delle creazioni dell’ATELIER. Assieme a Maria Vittoria nel 2014 fondano Atelier Dall’Osso snc. Nel 2020 trasferiscono nella città di Castelfiorentino il loro Atelier di cui 150 metri vengono dedicati a ‘ Materia Futuro’, uno spazio di creazione e didattica dedicata alla sostenibilità, al green, all’economia circolare, al recupero e trasformazione dello scarto della plastica. Gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado vi si confrontano creativamente attraverso le tematiche del loro contemporaneo, attraverso gli scarti plastici messi a disposizione dall’Atelier, “al motto di Riusa, Riduci, Ricicla, Coopera”.

Le creazioni artistiche di Dall’Osso raccontano “della furia e dello spirito” dell’essere umano; queste vengono raffigurate attraverso la figura del cavallo e la figura femminile.